Attraversare il Primo Meridiano con un piede nell’emisfero orientale e l’altro in quello occidentale non è un’esperienza che capita spesso nella vita. Il Royal Observatory di Greenwich offre proprio questa opportunità unica, insieme a un viaggio affascinante nella storia dell’astronomia e della navigazione marittima. Arroccato sulla collina di Greenwich Park, l’osservatorio non è solo un museo, ma il luogo dove il tempo stesso trova la sua definizione universale.
Fondato nel 1675 da re Carlo II con l’obiettivo pratico di risolvere il problema della longitudine in mare, il Royal Observatory è stata la prima istituzione scientifica britannica finanziata dallo Stato. Qui sono conservati i cronometri marini di John Harrison, strumenti che hanno rivoluzionato la navigazione oceanica, e da qui passa il meridiano che nel 1884 è stato riconosciuto come Primo Meridiano mondiale dalla Conferenza Internazionale dei Meridiani.
La visita all’osservatorio permette di toccare con mano secoli di scoperte scientifiche: dall’elegante Octagon Room progettata da Christopher Wren, agli antichi telescopi che scrutavano i cieli stellati, fino alla celebre Time Ball rossa che dal 1833 scandisce l’una del pomeriggio con la sua caduta quotidiana. Dalla terrazza dell’osservatorio, inoltre, si gode di una delle vedute più spettacolari di Londra, con la City che si staglia all’orizzonte oltre le anse del Tamigi.

Il cuore architettonico dell’osservatorio è la magnifica Octagon Room, la sala ottagonale situata al piano superiore di Flamsteed House. Questa stanza rappresenta un capolavoro del design di Wren: le sue otto pareti e le alte finestre furono concepite specificamente per garantire agli astronomi una visione ininterrotta del cielo, mentre i soffitti elevati permettevano l’installazione di alcuni degli orologi più avanzati dell’epoca.
Due orologi speciali, realizzati da Thomas Tompion su commissione di Jonas Moore, furono installati nella sala nel 1676. Questi straordinari strumenti avevano pendoli lunghi 13 piedi (circa 4 metri) montati sopra il quadrante, con un periodo di oscillazione di 4 secondi che garantiva una precisione allora senza pari di 7 secondi al giorno. I pesi motori erano talmente pesanti da permettere agli orologi di funzionare per un anno intero senza bisogno di ricarica, riducendo al minimo le interruzioni per la manutenzione.
Oggi l’Octagon Room conserva il suo fascino originale grazie agli intricati pannelli in legno e alle decorazioni d’epoca. Dalle sue finestre si ammira una vista spettacolare sul Greenwich Park e sulle anse del Tamigi, la stessa che Flamsteed osservava mentre conduceva le sue ricerche pionieristiche. La sala ospita anche riproduzioni degli strumenti astronomici utilizzati nei primi anni dell’osservatorio, permettendo ai visitatori di comprendere le condizioni in cui lavoravano i primi astronomi reali.

La celebre linea del Primo Meridiano – segnata da una striscia d’acciaio lucido che attraversa il cortile dell’osservatorio – rappresenta il punto di partenza della misurazione della longitudine mondiale: la longitudine 0°. Stare a cavallo di questa linea significa trovarsi letteralmente con un piede nell’emisfero orientale e l’altro in quello occidentale, un’esperienza fotografica irresistibile per milioni di visitatori ogni anno.
Ma come è arrivato Greenwich a diventare il centro del tempo mondiale? La storia inizia nel 1767, quando il quinto Astronomo Reale Nevil Maskelyne cominciò a pubblicare il Nautical Almanac, basato sulle osservazioni condotte all’osservatorio. Questo almanacco, aggiornato annualmente, divenne uno strumento essenziale per i naviganti di tutto il mondo. Entro gli anni 1880, quasi due terzi delle navi mondiali utilizzavano carte nautiche basate sul meridiano di Greenwich.
Quando nel 1884 si tenne la Conferenza Internazionale dei Meridiani a Washington per stabilire un meridiano primo mondiale, la scelta cadde naturalmente su Greenwich. Il 13 ottobre 1884, 41 delegati provenienti da 25 paesi stabilirono che il meridiano passante per l’osservatorio reale di Greenwich sarebbe diventato il meridiano fondamentale, definendo così anche il Greenwich Mean Time (GMT) come standard temporale globale. Questa decisione pose Greenwich letteralmente al centro del sistema di misurazione del tempo mondiale, dando origine ai fusi orari che usiamo ancora oggi.
Uno degli elementi più affascinanti del Royal Observatory è la grande Time Ball rossa montata sul tetto di Flamsteed House. Installata nel 1833 dall’Astronomo Reale John Pond, questa sfera rappresenta uno dei primi segnali orari pubblici al mondo, e continua a funzionare ancora oggi dopo quasi due secoli.
Il meccanismo è semplice ma ingegnoso: ogni giorno alle 12:55, la palla rossa si solleva a metà del suo albero. Alle 12:58, raggiunge la cima. Esattamente alle 13:00 (una del pomeriggio), la sfera cade bruscamente, fornendo un segnale visivo preciso a chiunque stia guardando. Lo scopo originario era permettere ai capitani delle navi ormeggiate sul Tamigi di sincronizzare i loro cronometri – strumenti vitali per la navigazione – prima di salpare per lunghi viaggi oceanici.
La scelta dell’una del pomeriggio invece del mezzogiorno non fu casuale: a mezzogiorno gli astronomi dell’osservatorio erano impegnati a registrare il momento esatto in cui il Sole attraversava il meridiano. La Time Ball fu costruita da Maudslay, Son & Field e divenne rapidamente così popolare che nacquero petizioni per installarne altre in città portuali come Southampton. Dal 1852, il segnale della Time Ball venne distribuito anche tramite telegrafo alle stazioni ferroviarie e agli edifici di Londra.
Assistere alla caduta della Time Ball oggi è un’esperienza che collega i visitatori a secoli di storia marittima. Il meccanismo, sebbene sia stato aggiornato con elettronica moderna, mantiene intatta la sua funzione storica. Vale la pena notare che nelle giornate particolarmente ventose o in caso di ghiaccio, la palla non viene fatta cadere per motivi di sicurezza – un problema che affliggeva anche i marinai vittoriani.
Una delle collezioni più preziose del Royal Observatory è quella dei quattro cronometri marini di John Harrison – H1, H2, H3 e H4 – tutti esposti insieme in una sala dedicata al suo lavoro. Questi strumenti rappresentano collettivamente uno dei più grandi trionfi della storia della scienza e dell’ingegneria britannica, poiché hanno finalmente risolto il “problema della longitudine” che aveva causato innumerevoli naufragi e perdite di vite umane.
Nel 1714, dopo il disastroso naufragio di una flotta della Royal Navy nelle Isole Scilly nel 1707 (che causò oltre 1.000 morti), il Parlamento britannico approvò il Longitude Act, offrendo un premio di 20.000 sterline (equivalenti a oltre 3 milioni di sterline odierne) a chiunque avesse trovato un metodo affidabile per determinare la longitudine in mare. John Harrison, un falegname e orologiaio autodidatta dello Yorkshire, dedicò oltre trent’anni della sua vita a questa sfida.
Il primo cronometro, H1, fu costruito tra il 1728 e il 1735. Alto 63 centimetri e pesante 34 chilogrammi, era caricato a molla e dotato di un ingegnoso sistema di molle e ammortizzatori che lo rendeva immune alle oscillazioni della nave. H2 e H3 seguirono, ciascuno con miglioramenti tecnici progressivi. Ma fu l’H4, completato nel 1759, a rivelarsi rivoluzionario. Con un diametro di soli 13 centimetri e un peso di 1,45 chilogrammi, assomigliava più a un orologio da tasca sovradimensionato che ai suoi ingombranti predecessori.
Nel 1761, l’H4 fu sottoposto alla prova decisiva durante un viaggio in Giamaica a bordo della HMS Deptford. In 81 giorni di navigazione, perse solo 5 secondi rispetto al tempo di Greenwich – una precisione straordinaria che garantiva la determinazione della longitudine con un errore inferiore a mezzo grado. Nonostante questo successo, Harrison dovette combattere per anni con il Board of Longitude prima di ricevere il riconoscimento e il premio che meritava. Solo l’intervento personale di re Giorgio III nel 1772 permise finalmente ad Harrison di ottenere giustizia, anche se tecnicamente sotto forma di “dono generoso” del Parlamento piuttosto che come premio ufficiale.
Notevolmente, tre dei cronometri di Harrison (H1, H2 e H3) funzionano ancora oggi, grazie al lavoro di restauro del Comandante Rupert Gould all’inizio del XX secolo. Osservare questi magnifici strumenti in funzione è un’esperienza che nessun appassionato di orologeria o storia della scienza dovrebbe perdere.
Un altro simbolo iconico del Royal Observatory è il Great Equatorial Telescope, riconoscibile per la sua caratteristica cupola a “cipolla” che si espande oltre il diametro della torretta sottostante. Questo telescopio rifrattore, installato negli anni 1890, ha un’apertura di 28 pollici (71 centimetri) ed è stato costruito da Howard Grubb. All’epoca della sua installazione era uno degli strumenti astronomici più potenti al mondo.
La cupola del telescopio può ruotare di 360 gradi per seguire gli oggetti celesti nel loro movimento apparente attraverso il cielo, mentre il telescopio stesso è montato su un supporto equatoriale che gli permette di compensare la rotazione terrestre con un semplice movimento attorno a un singolo asse. Questa ingegnosa configurazione meccanica, priva di elettronica ma incredibilmente precisa, testimonia l’abilità degli artigiani vittoriani.
Per visitare il Royal Observatory di Greenwich occorre un biglietto di ingresso che vi consigliamo di acquistare online in anticipo, non solo per risparmiare tempo evitando le code alla biglietteria, ma anche per garantirsi l’accesso durante i periodi di maggiore affluenza.
Per chi desidera visitare anche altre attrazioni del complesso di Greenwich, il Royal Museums Greenwich Day Pass rappresenta un’ottima opzione. Questo biglietto combinato include l’ingresso all’osservatorio, al celebre veliero Cutty Sark, alla Queen’s House e al National Maritime Museum (quest’ultimo è comunque gratuito). Il pass permette di esplorare l’intero patrimonio marittimo e astronomico di Greenwich in una sola giornata.
Il London Pass include l’ingresso al Royal Observatory, rendendolo un’opzione conveniente per chi visita Londra e intende vedere numerose attrazioni.

Il Royal Observatory si trova all’interno del Greenwich Park, sulla collina che domina il quartiere di Greenwich nel sud-est di Londra. La posizione elevata offre viste spettacolari ma significa anche che bisogna affrontare una salita piuttosto ripida per raggiungere l’ingresso principale.
La stazione più vicina è Greenwich, servita dalla DLR (Docklands Light Railway) e dai treni Southeastern e Thameslink. Dalla stazione, l’osservatorio dista circa 15-20 minuti a piedi attraverso il parco. Il percorso principale, noto come Castle Hill, è molto ripido e include gradini, quindi non è adatto a tutti. Per un accesso più agevole, si può entrare nel parco dal Blackheath Gate, che offre un percorso pianeggiante, oppure percorrere Blackheath Avenue, una salita più lunga ma molto meno ripida.
Diverse linee di autobus servono Greenwich: le linee 129, 177, 180, 188, 199 e 386 fermano nelle vicinanze del parco. Anche la stazione della DLR di Cutty Sark è a breve distanza a piedi.
Un modo particolarmente suggestivo per raggiungere Greenwich è via fiume: numerose compagnie di navigazione offrono servizi regolari lungo il Tamigi da moli come Westminster, Tower e Greenwich Pier. La crociera sul Tamigi permette di ammirare i principali monumenti di Londra da una prospettiva unica prima di arrivare a destinazione.

Sebbene non sia obbligatorio, l’acquisto anticipato dei biglietti online è fortemente consigliato per diverse ragioni. Durante i periodi di alta stagione e i fine settimana, le code alle biglietterie possono essere lunghe e, in caso di capacità massima raggiunta, potrebbero esserci ritardi nell’ingresso. I biglietti online garantiscono l’accesso nella fascia oraria prenotata e spesso offrono un piccolo sconto rispetto al prezzo alla cassa.
Una linea del Primo Meridiano continua anche all’esterno dell’osservatorio, sul percorso pubblico del Greenwich Park, quindi è possibile scattare una foto sulla linea senza acquistare il biglietto. Tuttavia, questa è solo una continuazione della linea principale. L’esperienza completa – che include la possibilità di stare sulla linea originale nel cortile dell’osservatorio, vedere i cronometri di Harrison, esplorare le sale storiche e godere della vista dalla terrazza – richiede l’ingresso pagante e vale ampiamente il costo del biglietto.
Una visita approfondita al Royal Observatory richiede circa 2-3 ore. Se desiderate combinare la visita con altre attrazioni vicine come il National Maritime Museum e il Cutty Sark, considerate di dedicare almeno mezza giornata a Greenwich, meglio ancora se intera.
Assolutamente sì. Il Royal Observatory offre numerose attività interattive pensate specificamente per i giovani visitatori. La possibilità di stare a cavallo del Primo Meridiano è sempre un momento magico per i bambini, così come toccare il frammento di asteroide antico di miliardi di anni. Le audioguide sono disponibili in una versione semplificata in inglese, ideale per bambini e per chi sta imparando la lingua.
Il Royal Observatory rimane aperto con qualsiasi condizione meteorologica. La maggior parte delle esposizioni si trova al coperto, quindi pioggia o freddo non compromettono la visita. Tuttavia, alcune mostre all’aperto e la vista panoramica sono ovviamente più godibili con il bel tempo. La Time Ball potrebbe non essere attivata in caso di vento molto forte o condizioni di ghiaccio per motivi di sicurezza. Se la visibilità è scarsa, la famosa vista su Londra sarà limitata, quindi se possibile scegliete una giornata limpida.
Le City Card permettono di risparmiare sui mezzi pubblici e/o sugli ingressi delle principali attrazioni turistiche.
